L’ETERNO ISTANTE

L’eterno istante di una fotografia ai sali d’argento

La fotografia ha il potere di catturare frammenti di tempo, spazio e luce, trasformandoli in immagini che si avvicinano alla permanenza. Questi attimi di eternità, che di solito durano solo frazioni di secondo, immortalano sembianze, movimenti e espressioni dei volti, congelandoli nella presunta verità di un singolo fotogramma, estrapolato dal flusso continuo della vita. Spesso il risultato è casuale: possiamo venire bene o male, a seconda di circostanze fortuite, troppe per essere elencate. Talvolta, ci sono anche tentativi deliberati di controllare l’imponderabile, di dirigere la somiglianza e la suggestione, ma questo desiderio di perfezione può facilmente compromettere entrambe le cose. È la fatale vanità dell’autore.

Domenica 3 novembre vi invitiamo dall’altra parte della tenda, nello spazio e nella dimensione di una seduta fotografica di ritratto su materiale a base di sali d’argento, con lampade e riflettori, un grande apparecchio di legno e un lucido occhio di cristallo, senza ciglia né opinioni né paura né speranze: l’obiettivo. Questo oggetto non pensa e non può che formare un’immagine dalla luce che lo raggiunge, e questa, raccolta prima su di uno schermo di vetro sul quale viene inquadrata e poi “esposta” per diversi secondi su di un foglietto di carta impregnata di sali di argento, sarà dopo lo sviluppo un “negativo”: strana sembianza rovesciata, matrice del risultato finale – “positivo” – in bianco e nero (pronto mentre aspettate).

Restiamo per ora volutamente vaghi e misteriosi, certo per stimolare la vostra curiosità non solo di vedere come verrete in questa forma di fotografia, ma anche di carpirne un poco dell’arcana – pur del tutto naturale – magia.